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Modica, il sindaco Abbate non trova biglietto nell’autobus per Palermo, stazione Ars: cerca una ‘corsa di scopo’, con qualunque compagnia purchè a destinazione probabile o almeno possibile. Finora portiere sbarrate. Tenterà a piedi o straccerà le dimissioni? L’analisi di Concetto Scivoletto

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Sulle dimissioni, date dal sindaco di Modica Ignazio Abbate il 18 aprile scorso e tenute a lungo nascoste – dimissioni revocabili entro 20 giorni – ecco un’analisi e una riflessione, liberamente titolate dalla redazione, di Concetto Scivoletto, senatore Pci-Pds-Ds dal 1987 al 2001, dirigente politico e sindaco di Modica in due brevi periodi, ottobre 1985-ottobre ’86 e febbraio-giugno ’90, da lungo tempo semplice cittadino sempre molto attento alla vita politica e alle sorti della città. 
Alcune forze politiche, molti organi di informazione on line, diversi Cittadini sui social sono intervenuti sulle dimissioni presentate, senza rullo di tamburi, dal sindaco Abbate in data 18 aprile 2022, rilevandone la mancanza di comunicazione tempestiva al Consiglio Comunale e all’intera Città, nonché l’assenza di motivazioni.
Dal punto di vista comportamentale non vedo alcuna novità: siamo di fronte all’ennesimo episodio di cafoneria istituzionale nei confronti del Consiglio Comunale e dei Cittadini.
A mio parere, la questione vera che non emerge sufficientemente dal dibattito in corso, mi sembra un’altra e cioè che il silenzio nasconda una grande difficoltà politica del Sindaco in carica a trovare un partito che lo candidi. Addirittura va messa nel conto anche la possibilità di un ritiro delle dimissioni prima della scadenza dei venti giorni prevista dalla legge.
Come sappiamo, Abbate ha annunciato più di un anno fa, nella più generale e inspiegabile disattenzione, la sua volontà di dimettersi per candidarsi, suppongo, alle elezioni regionali previste per la fine del 2022.
A quel punto ha intensificato la ricerca, in verità già avviata da tempo, di un partito che lo candidasse. Un partito qualsiasi, purché avesse la forza elettorale di superare lo sbarramento del 5% a livello regionale.
E qui cominciano i veri problemi.
Per un soggetto, come Abbate, affetto da narcisismo maniacale, che ha sputato per anni sui partiti, che ha diffuso il virus del qualunquismo e dell’antipolitica, la ricerca non si è presentata per niente facile, visto anche il suo Dna politico tendente al tradimento.
Tolti i Partiti che non hanno il 5% (vedi Italia Viva che pure aveva spedito a Modica la Ministra dell’Agricoltura Teresa Bellanova), o rischiano seriamente, se si presentano alle elezioni, di non raggiungerlo (UDC, MPA, Nuova DC); tolti i Partiti e i Movimenti che non sembra siano stati o siano disponibili a imbarcarlo (vedi PD e Movimento 5S); tolti i Partiti che hanno i seggi parlamentari già occupati (vedi Lega e Diventerà Bellissima) restano Fratelli d’Italia e Forza Italia.
Pare che Fratelli d’Italia del versante ipparino sia nettamente contrario all’ingresso di Abbate per non mettere a repentaglio il seggio promesso dalla Meloni a un rappresentante vittoriese di maggiore affidabilità. Resterebbe, a questo punto, solo Forza Italia. E tuttavia, a parte il giudizio critico su Abbate dei dirigenti modicani del movimento berlusconiano, non è assolutamente certo che Forza Italia possa riuscire a conquistare uno dei quattro seggi assegnati alla Provincia di Ragusa.
Resta, ad onor del vero, l’ipotesi di entrare in un’eventuale lista del Movimento dell’ex sindaco di Messina Cateno De Luca, un vero e proprio clown della nuova Trinacria, che avrebbe in comune con Abbate tante cose: “zingarismo”politico, esibizionismo istrionesco, presunzione illimitata e ossessione sfrenata per il potere personale. Ebbene, De Luca ha annunciato l’intenzione di candidarsi con una propria lista a Presidente della Regione. Farà veramente questa scelta o alla fine farà accordi diversi con altri Partiti? E se farà la scelta di puntare su Palazzo d’Orleans la lista a suo sostegno raggiungerà in Sicilia il 5%?
La partita, non c’è dubbio, si presenta abbastanza complicata specie per un personaggio politico come Abbate abituato a giocare nel cortile di casa, a comandare subalterni, a fare feste, inaugurazioni e piccole manutenzioni, a ripetere la “tabellina del due” come si diceva un tempo; un Sindaco incapace di confrontarsi con problematiche complesse e con persone dotate di normale autonomia ed esperienza politica.
Stando così le cose Abbate, tatticamente e silenziosamente, ha presentato intanto le dimissioni.
Non si capisce, in una situazione così ingarbugliata, cosa avrebbe dovuto comunicare ai Modicani e al Consiglio Comunale del 26 aprile, rinviato per il consueto e indegno servilismo dei consiglieri di maggioranza, se nemmeno lui sa a tutt’oggi cosa succederà: se sarà candidato o meno alle prossime elezioni regionali e in quale partito.
Le dimissioni tattiche e silenziose di chi per nove anni ha puntato sul seggio all’Assemblea Regionale Siciliana e teme di perdere tutto all’ultimo chilometro, sono state, dunque, una scelta obbligata con la quale cercare di tenere aperte tutte le porte.
Se la ricerca di un posto in una qualsiasi lista va in porto positivamente, Abbate si candiderà alle elezioni regionali e a quel punto l’ex sindaco-candidato uscirà dal silenzio e ritroverà la voglia di parlare con la consueta enfasi propagandistica.
Se la ricerca andrà male, Abbate ritirerà le dimissioni e resterà ancora per un anno alla guida dell’amministrazione comunale per completare da “cavaliere armato” il mandato ricevuto dagli elettori, nell’interesse supremo ovviamente della Città e dei Cittadini.
Un brutta storia per Modica.
Stiamo a vedere come andrà a finire: l’otto maggio è vicino. Non si escludono sorprese.