Scicli, la vedova del compianto segretario CGIL Epifani dona 5 quadri di Guccione e Alvarez alla Camera del Lavoro
La sala delle assemblee della Camera del Lavoro di Scicli diventa luogo simbolo nella simbiosi tra lavoro e cultura.
Le cinque grafiche di Piero Guccione e una di Sonia Alvarez donate da Giusy De Luca, moglie del compianto Guglielmo Epifani, mai dimenticato segretario generale della CGIL, sono lì a testimoniarlo. Ogni quadro una dedica e uno sguardo sul momento, come testimonianza di amicizia che Piero Guccione fece seguire da un dono al segretario del più grande sindacato italiano.
L’evento, una sorta di ritorno a casa per le opere d’arte, ha avuto un’adeguata accoglienza, grazie all’organizzazione della CGIL e dei suoi quadri dirigenti, con un incontro coordinato da Anita Giavatto, e che ha visto la presenza della vedova di Epifani, Giusy De Luca, del critico d’arte Paolo Nifosì, del segretario generale della CGIL Sicilia, Alfio Mannino, del critico letterario, Peppe Pitrolo, del segretario generale della CGIL di Ragusa, Peppe Scifo. Erano presenti il Sindaco di Scicli, Marino che ha dato il saluto della città e il comandante la stazione dei Carabinieri, Ten. Rosolino D’Amico.
L’attenzione che Guglielmo Epifani ebbe nei confronti di Piero Guccione dà significato e senso alla spinta che un movimento culturale sa dare ai temi del lavoro. Gramsci ne faceva una scelta decisiva valutando così l’accostamento dei due valori: ” La cultura… è presa di possesso della propria personalità, è conquista di coscienza superiore, per la quale si riesce a comprendere il proprio valore storico, la propria funzione nella vita, i propri diritti e i propri doveri»
Innamorati della Sicilia e di Scicli, Giusy De Luca racconta com’è nata l’idea di donare le grafiche alla Camera del lavoro di Scicli,” Alla morte di Guglielmo ragionai sul come potessi donare queste opere alla CGIL. Fu l’amica Lietta, che di Scicli è assidua frequentatrice da anni, che mi diede l’idea illuminante di fare dono delle opere a quella Camera del lavoro. E così è partito il meccanismo. Guglielmo amava molto i giovani e credeva nella loro crescita civile e intellettuale attraverso lo studio e la formazione; ed è ragione per la quale abbiamo fondato un’associazione che raccoglie fondi per finanziare master universitari per studenti meritevoli e bisognosi.”
“Epifani era un uomo di immensa cultura che gli è servita per individuare e affrontare i problemi che emergevano nel complesso panorama del mondo del lavoro”. Alfio Mannino ricorda la manifestazione del 24 giugno prossimo a Roma per la difesa della Costituzione per ricordare che Epifani aveva già promosso diverse iniziative in quella direzione. “Pace e valori della Carta, ha concluso Mannino, sono stati i valori della sua personalità”.
I profili umani e artistici di Piero Guccione e di Sonia Alvarez, sua compagna artistica e di vita, sono stati tracciati da Peppe Pitrolo e Paolo Nifosì.
Il primo ha sottolineato il valore della generosità del grande pittore, che dava senza nulla pretendere. Questa generosità che è stato lo strumento per aggregare giovani talenti e costituire il fortunato “Gruppo di Scicli” di cui fu perno e anima promuovendo numerose mostre nel territorio (alcune opere sono nella pinacoteca di Palazzo Madama, sede del Senato).
Il critico d’arte ha dato un senso ai simboli che emanano dalle grafiche di Guccione che ne fa strumento di pratica politica definendolo un’artista politico: i carrubi e il grande mare sono espressioni della luce e del dolore della natura, così come il rosso (il dolore) nel carrubo. La grande macchia nera che sovrasta uno scenario da “Gattopardo” nel quadro “Portella delle Ginestre” è un grido di dolore, “luce e lutto” per quanto accadde quella tragica mattina del 1° maggio del 1947.
Poi il rimarcato tratto generoso dell’artista sciclitano. Destinatario di un premio come grande artista siciliano, promosso dalla Presidenza della Regione, fu proprio Paolo Nifosì a ritirare nel corso di una cerimonia a Palermo (Piero Guccione preferì non andare) l’assegno di 50mila euro che il beneficiario preferì devolvere alla Caritas e ai bambini bisognosi.
“Ripercorrendo la connessione tra l’opera del Maestro Guccione con la storia del movimento dei lavoratori , della Cgil e del Paese, commenta Peppe Scifo, il nostro sguardo ( e ora lo possiamo dire perché è qua) va innanzitutto all’opera dedicata a Portella delle Ginestre “l’ombra nera sul paesaggio”.
Nel 2007 ricorreva il 60° anniversario della strage e l’opera su Portella delle Ginestre e non si colloca semplicemente nel ricordo, nella celebrazione della ricorrenza, ma anche nella evoluzione della memoria attiva declinata alla ricerca della verità.
Ma questa iniziativa ci dà soprattutto l’occasione di ricordare Guglielmo Epifani il nostro segretario generale che abbiamo avuto l’onore in tanti del gruppo dirigente e non solo di conoscerlo, di apprezzarne tutte le sue qualità soprattutto umane, la sua capacità di sapere ascoltare…
Ho riflettuto in questi ultimi giorni sulle tante iniziative fatte dalla Cgil e soprattutto sulla capacità di reagire alle tante contraddizioni e criticità della storia del momento.
I problemi sono stati tanti, ma in particolare voglio ricordare la vicenda nel 2007 di San Nicola Varco nel c.d. Ghetto Eboli un grande insediamento informale ma anche infernale ed Epifani ci andò dicendo a tutti noi che la Cgil deve stare dove c’è bisogno e sofferenza partendo dagli ultimi. Non era scontato ma fu l’inizio di un percorso che ci ha visto in campo a difesa dei più deboli contrastando le politiche repressive e securitarie che si facevano a danno dei più disgraziati.
Dopo di che ci fu una grande evoluzione con le tante iniziative concrete portare avanti dalla Cgil e le battaglie a difesa dei diritti dei lavoratori a partire degli ultimi.
Poi dopo qualche anno nacque il sindacato di strada ma Guglielmo traccio la direzione di questo percorso.”