Il nuovo libro di poesie di Domenico Pisana, “Profili di tempo e d’anima”
E’ in questi giorni in distribuzione un nuovo libro di poesie di Domenico Pisana, dal titolo Profili di Tempo e d’anima, Opera incerta editore, 2024. La raccolta poetica del poeta e scrittore modicano porta la prefazione di un personaggio del mondo egiziano; si tratta di Hussein Mahmoud, docente ordinario di lingua e letteratura italiana, decano e capo del dipartimento di lingua e letteratura italiana, Facoltà di Lettere, Università di Helwan al Cairo, in Egitto. Hussein Mahmoud è attualmente Consigliere scientifico dell’archivio nazionale dell’Egitto, ha avuto ed ha rapporti con l’Italia essendo stato Professore visitatore dell’Erasmus Mundus / all’Università La Sapienza e per aver dato un rilevante contributo di studi e ricerche su varie tematiche.
Diverse le traduzioni di Hussein Mahamud di Testi teatrali, di opere narrative, di saggi e testi di critica letteraria, tra in quali: “Dario Fo, La signora è da buttare”; “Umberto Eco, Il pendolo di Foucault”; “Elio Vittorini, Conversazione in Sicilia”; “Josef Ratzinger, Gesù di Nazareth”; “Il Decameron, Boccaccio”; “Ungaretti, il poeta alessandrino e il pioniere di ermetismo” ; “Scrittori e poeti arabi in Italia”.
Nella sua prefazione al libro di Pisana, Hussein Mahmoud così scrive:
Intravedo Dio in ogni verso delle poesie di questo poeta siciliano, Domenico Pisana, che mi ha dato questo previlegio di scrivere la prefazione di questa nuova raccolta che spero avrà lo stesso riconoscimento che hanno ottenuto le sue precedenti opere.
Nonostante che questa, e le altre opere, meritano analisi critica più attenta e dettagliata, mi limiterò qui a segnalare qualche osservazione frettolosa, in attesa di trovare un momento conveniente per studiare la poetica di questo scrittore, poeta, critico e teologo che ha una visione filosofica del mondo in cui vive, con tutti i suoi sensi vitali, sperando di trovare più tempo per trasferire le sue poesie in lingua araba.
Cominciando dal titolo stesso che pretende descrivere poeticamente due cose difficili da definire: il tempo e l’anima. L’assoluto del tempo è l’eternità, che a sua volta è divina, dato che l’Eterno è Dio. È molto simile anche l’anima: non ha corpo ma nella sua semplice definizione appartiene a Dio.
Il tempo e l’anima sono due concetti che sono stati affrontati da filosofi e studiosi per secoli. Non esiste una definizione univoca di nessuno dei due, ma è possibile identificare alcuni profili comuni che si riconoscono e si definiscono nelle poesie della presente raccolta.
Domenico Pisana apre la sua raccolta con una poesia dedicata alla neonata nipote. Un’anima nuova. Una creatura pura e innocente.
Come dono divino
e lieto soffio
di tiepida primavera
ti sei aperta alla vita..
L’anima di questa bambina esiste da sempre, non è partorita dal grembo materno, ma si apre alla vita. Esisteva come anima e ora esiste anche come corpo.
L’apertura al mondo segnala l’abbraccio dell’anima con il tempo. Conoscendo il mondo si conosce anche la storia di questo mondo (il passato), ma anche il futuro che individua la linea retta del tempo. La Storia del mondo è la stessa storia dell’anima evoluta nel tempo. Così il poeta definisce la storia che si ripete dipingendo una fantastica visione del futuro, non solo della bambina, ma anche dei suoi rapporti con le anime che stanno attorno a lei, tra cui il nonno poeta e i genitori che la curano.
Nelle poesie della raccolta si sente la presenza di certi personaggi che conversano con il poeta. C’è sempre “io” e “tu”, io che guardo e tu che mi conosci. Io sono il poeta, ma anche l’uomo, tutta l’umanità. E tu sei Cristo, Dio, l’Amato, la salvezza e la Speranza.
Lo stesso tema dell’anima e il tempo, comporta la fede e la speranza: l’anima equivale alla fede e il tempo corrisponde alla speranza. Il testo “Amo e spero” è una poesia che esplora il tema della fede e della speranza in un mondo spesso segnato dall’ingiustizia e dalla sofferenza.
Il poeta inizia descrivendo la sera come un momento di silenzio e pace, in cui la vita si acquieta e l’anima cerca l’alba. Tuttavia, questa calma viene interrotta dalla figura di Ares, il dio della guerra, che squarcia la mente del poeta con la sua ingiustizia. L’ingiustizia di Ares è paragonata alla croce di Cristo, un simbolo di sofferenza e morte, ma anche di redenzione e speranza. Le voci della guerra e della pace si agitano e si dividono nella mente del poeta, creando un senso di confusione e smarrimento. Tuttavia, il poeta non si arrende alla disperazione e continua ad amare e sperare. La speranza è l’unica forza che può aiutare l’uomo a superare le difficoltà e a trovare la pace. Come quasi in tutte le poesie di questa raccolta c’è questo messaggio di speranza, vista come l’unica forza che può aiutarci a costruire un mondo migliore.
…Ma a me inspiegabile,
non comprensibile,
e amo e spero.
Come messaggio divino subentra nei trattati del Pisana una sorte di conflitto interiore tra amore e speranza. Tra i paesaggi sereni e calmi e l’attesa dell’aurora risiede questa tensione che meglio interpreta il suo spirito poetico.
Le poesie sono ricche di immagini evocative che trasmettono un senso universale di inquietudine che, per molti di noi, è incomprensibile ma per il poeta è tutto altro: è comprensibilissima, perché è sempre possibile abbatterla, con l’amore dell’eterno e la speranza dell’anima. L’amore ci dà la forza di affrontare la realtà, anche quando è difficile e dolorosa. La speranza ci dà la forza di credere in un futuro migliore, anche quando tutto sembra perduto.
Tutte le poesie che si possono leggere in questa raccolta sono testi che soddisfano due elementi estetici, entrambi fonte di piacere di lettura: sono testi molto belli e significativi. Il poeta parla in un modo squisito di significati esistenziali seri e impegnativi. Oltre che di immagini evocative, questi testi sono caricati anche di simboli che possono essere interpretati in molti modi, aprendosi a mille possibilità di lettura e di ricezione.
La molteplicità, la diversità e la ricchezza della poesia pisaniana riflettono fedelmente la molteplicità e la diversità della vita stessa. Il poeta stesso mostra capacità di abbinare il personale e l’intimo al globale e all’universale.