Ragusa, inclusione negata: il ‘calvario’ di una persona fragile e inabile al lavoro. Da mesi, nonostante abbia tutti i requisiti, non le viene riconosciuto l’assegno per un mero errore lessicale: erano i Servizi sociali del Comune e non l’Asp ad attestare la sua condizione di svantaggio
Una storia, purtroppo ordinaria, di negligenza, ottusità burocratica, disattenzione, esercizio di scaricabarile tra istituzioni, sulla pelle di persone fragili e bisognose, private del sostegno economico elementare, vitale ed essenziale, cui pure per legge avrebbero diritto.
A denunciarla è la stessa ‘vittima’, Pasquale, un uomo di 54 anni, inabile al lavoro, dotato di tutti i requisiti previsti per il diritto all’assegno di inclusione ma ‘condannato’ ad un continuo rimpallo di responsabilità per via di un banalissimo iniziale errore: l’indicazione dell’Asp, e non del Comune (servizi sociali) quale ente attestante la condizione di svantaggio e di inserimento in un programma della persona.
A fronte di questo banale errore, immediatamente correggibile sulla base delle evidenze documentali e infatti corretto, diversi mesi con sollecitazioni e tentativi quasi quotidiani non sono bastati per ripristinare una condizione di riconoscimento e attribuzione di un diritto ingiustamente negato.