Il cappio al collo della libera stampa: un ‘fascismo’ che il ceto politico tutto (anche di sinistra) non vuol vedere. La condanna del giornalista Ignazio Maiorana ‘colpevole’ di avere ripubblicato vent’anni dopo gli articoli di Michele Pantaleone (lo scrittore, in vita sempre assolto, che seppe scovare la mafia nei suoi santuari protetti) è solo l’ultimo atto di una strage continua di verità e di democrazia che non si misura con il numero di processi ma con la forza deterrente che riduce al silenzio. Il reato di diffamazione è ancora lo stesso del Codice Rocco voluto da Mussolini

Oh Italia; Repubblica democratica fondata sul lavoro; Costituzione che esalta la dignità umana e i diritti fondamentali dell’individuo a partire da quello di manifestare liberamente il proprio pensiero e di concorrere così alla verità e al pluralismo delle idee, per sé e per l’intera società che ha quindi nella libertà di stampa il suo vero, … Leggi tutto Il cappio al collo della libera stampa: un ‘fascismo’ che il ceto politico tutto (anche di sinistra) non vuol vedere. La condanna del giornalista Ignazio Maiorana ‘colpevole’ di avere ripubblicato vent’anni dopo gli articoli di Michele Pantaleone (lo scrittore, in vita sempre assolto, che seppe scovare la mafia nei suoi santuari protetti) è solo l’ultimo atto di una strage continua di verità e di democrazia che non si misura con il numero di processi ma con la forza deterrente che riduce al silenzio. Il reato di diffamazione è ancora lo stesso del Codice Rocco voluto da Mussolini