In Sicilia Report fa della verifica rigorosa dei fatti oggetto delle notizie trattate e del pluralismo delle voci – a partire ovviamente dal diritto dei soggetti di cronaca, e delle persone citate o dei titolari degli organismi coinvolti, di fornire la propria versione e la propria opinione – l’essenza inderogabile dell’informazione.
Diversi articoli del direttore Angelo Di Natale hanno avuto come tema il Comune di Modica e i nove anni di sindacatura Abbate. Dell’ex sindaco non è stata riportata alcuna dichiarazione per sua volontà in quanto egli sistematicamente, e da molto tempo, si rifiuta puntualmente come dimostra la sequenza di inviti e richieste d’intervista sempre senza esito.
Però, siccome a guidarci è unicamente l’interesse pubblico alla conoscenza e quindi il diritto dei lettori ad avere ogni informazione, riportiamo qui un’affermazione di Abbate contenuta in un servizio dell’emittente Video Mediterraneo avente ad oggetto l’interrogazione parlamentare dei deputati alla Camera Riccardo Magi, presidente di “+ Europa”, ed Anthony Barbagallo (Pd, partito di cui in Sicilia è anche il segretario regionale) ai ministri dell’Interno e dell’Economia proprio su alcuni dei fatti trattati negli articoli di In Sicilia Report.
Abbate non smentisce nulla di quanto riferito negli articoli in quanto si limita ad esprimere solo un giudizio – su sè stesso, assolutorio e apologetico – di carattere generale e perciò apodittico, mentre, nel merito definisce falso che egli – come sindaco, perciò l’amministrazione da lui guidata – sia stato denunciato alla magistratura penale.
A riferire di tale denuncia, dalla Corte dei Conti alla Procura di Ragusa, era stata In Sicilia Report in uno di quegli articoli. Per fare chiarezza ribadiamo subito che la notizia è vera, mentre è Abbate a dichiarare il falso.
E’ un fatto documentale, perciò facilmente verificabile.
Basta prendere una delle sentenze della Corte dei Conti, del 2017 quando Abbate era in carica da quattro anni e la verifica della magistratura contabile riguardava gli atti della sua amministrazione e dei vari organi del Comune sotto la sua sindacatura.
Per esempio il 18 aprile 2017 (sentenza depositata il 17 maggio successivo) la Corte dei Conti, dopo avere passato in rassegna una lunga sequenza – grave ed impressionante – di violazioni, opacità, inadempienze e irregolarità, avere formulato il dispositivo e ordinato la trasmissione ai soggetti interessati (sindaco, consiglio comunale, organo di revisione) <<dispone altresì che la presente sia inviata alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Ragusa … per l’eventuale seguito di competenza unitamente alle deliberazioni citate in parte motiva>>.
C’è bisogno d’altro per essere certi dell’enormità delle menzogne di Abbate, tali perchè in contrasto con inoppugnabili verità documentali?
In ogni caso chiunque voglia può leggere (qui) il testo integrale della sentenza e scoprire, per esempio, che la Corte dei Conti (solo pochi cenni a mo’ di esempio) <<ha accertato … numerosi e gravi profili di irregolarità e di squilibrio finanziario, tra cui anche la persistente inottemperanza all’obbligo di adottare le misure correttive rispetto alla precedente deliberazione … ed ha, conseguentemente, disposto misure interdittive ed inibitorie dei programmi di spesa dell’ente>>; s’è vista di fatto sottrarre dal Comune di Modica il potere-dovere di controllo sulla sua gestione finanziaria in quanto <<l’organo di revisione del Comune di Modica ha omesso di trasmettere la relazione sul rendiconto 2015 e sul bilancio di previsione 2016-2018, nonostante i richiamati solleciti, ed ha rilevato che, a seguito del menzionato inadempimento, questa Corte non è stata posta nelle condizioni di espletare il controllo previsto dall’art. 148 bis del Tuel nei termini programmati. Al contempo, ha rilevato la mancata trasmissione delle misure correttive che l’ente avrebbe dovuto adottare>>.
Come nella citata dichiarazione di Abbate (il quale non entra nel merito, non spiega, non rettifica e parla d’altro) il Comune di Modica ha usato a lungo lo stesso metro con la Corte dei Conti che infatti, nella sentenza in questione, osserva: <<Le deduzioni contenute nella memoria a firma del segretario comunale non sono pertinenti e non forniscono, d’altra parte, elementi tali da giustificare il grave ritardo con cui si è provveduto: esse si riferiscono all’iter di avvicendamento dell’organo di revisione risalente ad un anno fa … per il resto, appaiono, piuttosto, finalizzate ad introdurre nel presente giudizio, in modo surrettizio, considerazioni che attengono alla vicenda relativa all’assenza del parere dell’organo di revisione sulla proposta di rimodulazione del piano di riequilibrio adottato dalla Giunta municipale e poi “ratificata” dal competente organo consiliare … L’organo di revisione è in carica dal 5 ottobre 2016 talché non è comprensibile il motivo per cui non ha proceduto alla compilazione ed all’invio delle relazioni (se non dopo la notifica del presente deferimento e la convocazione dell’odierna adunanza pubblica), nonostante le comunicazioni del Presidente della Sezione (risalenti rispettivamente al 23 novembre 2016 ed al 7 dicembre 2016) ed i solleciti del magistrato istruttore (del 7 febbraio 2017) richiamati in premessa… L’inadempimento dell’organo di revisione rispetto a precisi obblighi di legge si connota, nel caso in esame, di particolare gravità atteso che si è inibito l’esercizio delle funzioni di controllo demandate alla Corte in presenza di una condizione finanziaria di gravissima precarietà … vanificando la tempestività e completezza delle necessarie verifiche che, peraltro, la Sezione si era espressamente riservata. La Sezione aveva, peraltro, già rimarcato l’importanza del ruolo dell’organo di revisione e degli adempimenti che la legge gli affida in un contesto così fortemente critico e finanziariamente deteriorato… L’esame della relazione dell’organo di revisione sul consuntivo 2015 e sul bilancio 2016-2018 si inserisce in un quadro di opacità, irregolarità e gravi squilibri in cui diventa fondamentale disporre di dati ufficiali e di riscontri già demandati all’organo di revisione interno per ricostruire, tra l’altro, il disavanzo effettivo e la solvibilità dell’ente, la correttezza delle operazioni di riaccertamento e l’evoluzione dei fattori di criticità, il rispetto delle misure interdittive disposte dalla Sezione, anche al fine di verificare se e quali provvedimenti consequenziali siano stati adottati. Ed invece, in ragione di persistenti inadempienze dell’ente e dell’organo di revisione, alla Sezione non sono stati forniti i dati e le relazioni ufficiali relativi al consuntivo 2015 né quelli occorrenti per il monitoraggio sia del primo che del secondo semestre 2016 del piano di riequilibrio …; si è così ostacolato, in maniera decisiva, l’espletamento dei controlli ed impedito alla Sezione di assumere le necessarie misure in caso di inottemperanza dell’ente, vanificando il disposto normativo e pregiudicando l’effettività del sistema dei rimedi e la salvaguardia degli interessi pubblici presidiati dalla Corte>>.
La vicenda dei gravi ritardi dell’organo dei revisori si riferisce al periodo in cui, dopo i sei anni (2010-2016) in cui presidente è stata Anna Maria Aiello, le nuove norme sulla designazione tramite sorteggio e i pasticci inenarrabili compiuti dal Comune di Modica tra giugno e ottobre 2016, hanno determinato una vacatio, comunque insufficiente, come ha rilevato la Corte dei conti a giustificare il gravissimo ritardo, protrattosi ancora oltre per otto mesi, nonostante le precise intimazioni.
Per la cronaca Aiello è passata dal ruolo – terzo, indipendente e di garanzia – di presidente del collegio dei revisori a quello di consulente del sindaco e, da gennaio 2018, di assessore della sua stessa giunta.
Anche un’altra sentenza della Corte dei Conti, depositata il 19 maggio 2017 all’esito di trattazione nella stessa adunanza del 18 aprile, e concernente specificamente il piano di riequilibrio del Comune di Modica, oltre a contenere innumerevoli contestazioni di gravi irregolarità (qui) si conclude con l’analoga disposizione di trasmissione alla Procura di Ragusa per l’attività di sua competenza.
Quindi è falso quanto dichiarato da Abbate e tale falsità non muta certo per effetto del nulla di fatto registratosi a seguito di tali denunce da parte della Corte dei Conti. Anzi è proprio questo il nodo della questione ed il cuore del problema, mentre continua a mancare ogni spiegazione chiara, lineare, convincente.