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A Ragusa il primo carcere in Sicilia dotato di un’area gioco per bambini

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“Sono detenuto, ma mio figlio piccolo sa che lavoro qui e non posso uscire. Adesso abbracciarlo sarà diverso, perché con la nuova area gioco, questo non sarà più solo un carcere”. Massimo ha 36 anni, deve scontarne ancora 5 dietro le sbarre, le lacrime non riesce a trattenerle, scorrono sui solchi lasciati dalle rughe, profonde. Ma l’ultimo miracolo, l’inaugurazione di un piccolo parco con altalene, calcio balilla, uno scivolo e una casetta, riesce a regalargli un sorriso.

Il progetto si chiama Giocare per Diritto, l’Unione italiana sport per tutti, grazie a un finanziamento e a una rete di 40 partner, ha puntato sul rafforzamento del legame tra detenuti e figli, comunità e territorio. E c’è riuscita. Il carcere di Ragusa è il primo in Sicilia a dotarsi di un luogo dedicato ai più piccoli, che si trova a pochi metri dalla guardiola. Il parco giochi è la prima cosa che vedono i bambini durante i colloqui con i genitori, non le solite stanze fredde con i vetri blindati, presidiate da personale in uniforme.

Un progetto importante – il cui logo porta la firma del noto illustratore Mauro Biani – che farà da apripista agli altri spazi gioco, che saranno inaugurati ad Agrigento, Enna, Messina, Trapani, Catania, Palermo e Giarre. Il progetto è stato finanziato da Impresa sociale con i bambini, Fondo per il contrasto alla povertà educativa e minorile.

Massimo non ha dubbi: “La nascita di quest’area gioco mi rende felice, io sono nonno a 36 anni e pensare che, nei prossimi anni, i miei figli e nipoti potranno incontrarmi a ridosso di un parco mi dà forza”. E ancora: “Tornerò a lavorare onestamente, è l’ultima volta che sono in carcere”.

Durante il taglio del nastro, con il sindaco di Ragusa Giuseppe Cassì e la direttrice della casa circondariale di Ragusa, Giovanna Maltese e i componenti del team Giocare per diritto, una madre sorride con il figlio in braccio: “Non voleva venire qui – confida – per la presenza delle guardie penitenziarie, nel passato ha manifestato molta paura. Adesso, scoprendo che c’è un parco giochi, è felice”.

“Siamo felici che Ragusa abbia fatto da apripista in quest’azione importante di riqualificazione strutturale in Sicilia – spiega Antonino Siciliano, presidente Uisp Ilei e responsabile della cabina di regia di Ragusa Giocare per diritto . Questo è stato possibile grazie alla sinergia con la casa circondariale con la quale collaboriamo da più di 10 anni con laboratori prevalentemente sportivi. Da gennaio prenderà il via lo sportello di sostegno alla genitorialità per i detenuti con il nostro psicologo Salvatore Canzonieri”.

Soddisfatto Vincenzo Bonasera, presidente regionale Uisp Sicilia, che ripercorre le fasi di gestazione dell’area giochi: “Il progetto nasce dal diritto al gioco per tutti i minorenni, che la nostra associazione è impegnata a garantire a prescindere dalle situazioni economiche e sociali nelle quali si trovano a vivere la loro infanzia e adolescenza, dalla necessità di mettere a disposizione la nostra esperienza in ambito ludico e motorio per favorire e migliorare la qualità delle relazioni genitoriali tra i detenuti e loro figli. Grazie a questo progetto vorremmo dare continutià all’intervento dei nostri comitati territoriali all’interno delle carceri, favorendo l’organizzazione di corsi sportivi e di iniziative speciali come Vivicittà – porte aperte”.

Vincenzo Sapienza, direttore del progetto Giocare per diritto e presidente del comitato Uisp Caltanissetta, ricorda che il progetto nasce in piena emergenza covid, nel 2021, “per questo alcune attività sono state rallentate, anche se siamo a buon punto: c’è stata la programmazione e l’avvio delle attività progettuali, anche in rapporto ai partner coinvolti. Si è svolta la formazione degli operatori nelle varie città, in accordo con l’Università di Palermo. La presentazione del progetto è avvenuta a settembre, ora passeremo all’inaugurazione delle aree gioco nelle carceri delle otto città coinvolte e avvieremo attività di socializzazione e ricreazione in quartieri a maggiore disagio sociale delle otto città, attraverso nostri operatori sportivi. Abbiamo già iniziato nel quartiere Danisinni di Palermo”.