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Monterosso Almo set cinematografico naturale. Tiziana Lodato racconta “L’uomo delle stelle” e spiega perchè

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Anche se piccola ed estrema periferia dell’Italia – paese lungo quasi due mila chilometri, ma, pur esteso appena il 2 per mille della superficie terrestre, contenente il 70 per cento dei beni culturali dell’intero pianeta – l’area iblea, che a sua volta ne è appena il 5 per mille, sembra irradiare ancora oggi magnifiche e potenti onde d’urto d’una profonda civiltà che preserva e tramanda, non solo a tutta l’isola ma all’intero ‘stivale’, e quasi custodire un magico e maestoso genius loci cui alcune delle più rinomate arti dell’uomo sembrano cedere e obbedire. Una di queste è il cinema, certo tra le più recenti ma anche tra le più bisognose del respiro profondo e dell’incanto di una cultura plurimillenaria che in Italia, e soprattutto in Sicilia e, ancor più, nella fascia costiera più a sud dell’isola che guarda al Mediterraneo crocevia di tutte le civiltà, ha forti e vivide radici. Che poi sono radici del pensiero e della bellezza, in ogni tempo ben salde e capaci di frutti sempre copiosi e di grande gusto.

Dentro quest’area, molto piccola come abbiamo visto, c’è poi un puntino minuscolo che ne sarebbe la ciliegia, posta in cima, se la prima fosse la torta: Monterosso Almo, il più alto centro ibleo sul livello del mare, appena 56 chilometri quadrati occupati da neanche tre mila abitanti, la più piccola realtà demografica comunale degli Iblei, pressochè ex aequo con Giarratana, in una sfida continua che sembra burocratica contabilità anagrafica ma che in effetti è emozione e sofferenza sociale, tra la gioia per le nuove culle e il dolore per le immancabili bare e l’amarezza silenziosa dei giovani che fuggono: emozione e sofferenza le quali, ben prima del formarsi delle fredde statistiche, sono esperienza sociale e scoperta immediata di comunità in uno stesso cuore pulsante e quasi nello stesso battito di ogni istante, di porta in porta o nella piazza o negli angoli vissuti di uno dei borghi più belli d’Italia.

Focalizzato questo puntino, si sappia che il cinema qui ci abita o, almeno, è di casa. Come spiegare diversamente che un regista di livello internazionale come Giuseppe Tornatore, appena quattro anni dopo aver vinto il premio Oscar con Nuovo Cinema Paradiso, scelga Monterosso Almo, con puntatine a Ibla e Marzamemi, per un altro grande film, ‘L’uomo delle stelle’, sul quale cadrà una pioggia di premi, riconoscimenti e nomination?

         

Ecco, allora, il piccolo centro ibleo in cima alla collina, borgo suggestivo, Genius loci e set naturale illuminato dalle luci dell’arte nata dagli esperimenti dei fratelli Lumière.

Non solo L’uomo delle stelle. Il Genius ha ispirato e catturato ‘La stanza dello scirocco’ di Maurizio Sciarra, “Fra due mondi” con Michele Placido e Lorenzo Crespi; “Nuovomondo” di Emanuele Crialese; “L’ultimo dei corleonesi” di Alberto Negrini; “Il capo dei capi” di Enzo Monteleone e Alexis Sweet; “Andiamo a quel paese” di Ficarra e Picone; “Aula conciliare” brano del commissario Moltalbano;

L’uomo delle stelle rimane però la vetta più alta del ‘Genius’ e l’attrice protagonista prescelta da Tornatore, Tiziana Lodato allora esordiente e appena diciottenne, la sua icona e la sua interprete più intensa e riconoscibile.

Per questo il Comune, con il sindaco Salvatore Pagano e le assessore Concetta Giacquinta e Giuseppina Carnibella, ha voluto averla presente, ospite d’onore, venerdì scorso, nel cortile di palazzo Cocuzza più volte esaltato dalla macchina da presa, per parlare di “Monterosso, set cinematografico e cineturismo”.

             

All’incontro, coordinato da Sebastiano D’Angelo, direttore dell’associazione Ragusani nel mondo, ha dato il suo contributo il critico cinematografico Danilo Amione. Presenti gli artisti Maria e Filippo Giudice protagonisti da decenni di mille iniziative di fervore culturale negli Iblei tra le quali, proprio al tempo de L’uomo delle stelle, l’attribuzione del ‘Laocoonte d’oro’ a Giuseppe Tornatore e a Tiziana Lodato.

L’attrice a Monterosso Almo ha riportato l’immutata freschezza di quell’esordio sul set avvenuto 27 anni fa direttamente da protagonista, unita ad una risoluta maturazione artistica vissuta sempre sul filo del proprio talento naturale e dei propri caratteri di donna mediterranea piena e solare, sentimentale e intensa. Un continuo esercizio di virtù sceniche in oltre un quarto di secolo tra il cinema, il teatro, la televisione. Per il cinema da ricordare ‘Italiani’ nel ’96 per la regìa di Maurizio Ponzi, ‘Donna di piacere’ di Paolo Fondato e ‘Volare’ di Vittorio De Sisti nel ’97, ancora ‘La stanza dello scirocco’ di Maurizio Sciarra l’anno successivo, ‘Oltremare – Non è l’America’ di Nello Correale sempre nel ’98, ‘L’amore di Marja’ di Anne Riita Ciccone nel 2002, ‘Solino’ di Fatih Akin lo stesso anno,’Perdutoamore’ di Franco Battiato nel 2003, ‘Tre giorni d’anarchia’ nel 2004 per la regia di Vito Zagarrio, ‘Ristabanna’ (2010), ‘Terraferma’ di Emanuele Crialese (2011), ‘Andiamo a quel paese’ di Ficarra e Picone (2014), ‘Seconda primavera’ di Francesco Calogero’ (2015).

Per la Tv Tiziana Lodato ha preso parte alla miniserie ‘Brancaccio’ diretta da Gianfranco Albano (2001), a ‘Sarò il tuo giudice’ di Gianluigi Calderone (2001), alla miniserie Tv ‘Le ragioni del cuore’ per la regìa di Anna Di Francisca, Luca Manfredi e Alberto Simone (2002), al film tv ‘L’inganno’ di Rossella Izzo (2003), a ‘Don Matteo’ (2006), a ‘L’onore e il rispetto’ di Salvatore Samperi (2006), a 37 episodi di due serie di ‘Gente di mare’ (2005-2007) trasmesse da Raiuno, alle fiction di Canale 5 ‘Fratelli detective’ (2009) per la regia di Giulio Manfredonia, a 7 episodi de ‘Il Cacciatore’ di Davide Marengo e Stefano Lodovichi (2018-2020), alla recentissima serie tv ‘L’Ora – inchiostro contro piombo’ di Piero Messina, Ciro D’Emilio e Stefano Lorenzi (2022). All’attivo di Tiziana Lodato anche il cortometraggio ‘Il primo giorno’ per la regia di Stefano Grossi (2002).

Molto ricca e di grande qualità artistica anche la ‘teatrografia’ di Tiziana Lodato, da Shakespeare a Brancati: ‘Ballando ho incontrato un angelo musico’ (1997), ‘Palermo oh cara’ (1998), ‘Le città del mondo’ (1999), ‘Molto rumore per nulla’ (2000), e ancora  ‘Le città del mondo’ (2002), ‘Acquadicielo’ (2002), nuovamente ‘Molto rumore per nulla’ (2003-04), ‘Il vecchio con gli stivali’ (2003), Don Giovanni in Sicilia (2004).

           

Da sinistra Sebastiano D’Angelo, Filippo Giudice, Tiziana Lodato, Maria Giudice