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Pozzallo, stop all’impianto di biogas: autorizzazione sospesa. Se due cittadini hanno potuto ottenere questo ….

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Da quando è stata rilasciata, tre anni fa, l’autorizzazione finora aveva retto in giudizio, al di sopra di pur evidentissime esigenze cautelari, oltre che di gravissimi dubbi di legittimità. Ora il Consiglio di giustizia ammnistrativa l’ha sospesa, in attesa della decisione definitiva che conseguirà all’udienza fissata il 13 ottobre prossimo.

Parliamo dell’autorizzazione rilasciata in modo inquietante e più che discutibile nel 2019 dal Comune di Modica all’impresa Biometano srl per la realizzazione di un impianto industriale in un luogo del tutto inadatto in cui sarebbe un grave pericolo per la comunità: un luogo ricadente nel territorio del Comune di Modica ma distante venti chilometri dal suo centro urbano e appena poche centinaia di metri da quello di Pozzallo; un luogo di altissimo pregio ambientale, paesaggistico e culturale anche per un importante sito archeologico che la localizzazione dell’impianto mette fortemente a rischio come fatto rilevare in una prima fase dalla Soprintendenza illegittimamente estromessa dal procedimento ad opera del Comune di Modica e poi tornata sui suoi passi con un parere ambiguo all’apparenza ispirato più agli interessi privati relativi all’iniziativa economica che a quelli propri della funzione istituzionale esercitata a garanzia dell’interesse pubblico. Parere che comunque non potrebbe sanare mai quel vizio di fondo della sua estromissione ma sul quale, nondimeno – con singolare operazione di bizzarra qualificazione giuridica – il Tar di Catania ha fondato il suo riconoscimento di legittimità del provvedimento autorizzativo.

Ora tocca al Giudice d’appello che in Sicilia è il Cga, e che, in vista della decisione di merito, ha compiuto un primo passo: sospendere il provvedimento in via cautelare.

Merito di due cittadini, Giuseppe Iemmolo e Marinella Lonico, una coppia di coniugi che ha proposto ricorso contro la sentenza del Tar chiedendo un provvedimento cautelare di sospensione. I due sono peraltro i soli superstiti di un ben più folto gruppo di ricorrenti, circa quindici, che via via dinanzi al Tar hanno rinunciato, decidendo di pagare le spese senza neanche attendere il risultato: una marcia indietro priva di senso alla luce dell’interesse che li aveva spinti ad agire.

Altri ricorrenti sono in campo (il Consorzio stradale Zimmardo Bellamagnama e l’associazione ‘Rifiuti Zero’, mentre il Comune di Pozzallo è intervenuto ad adiuvandum, scegliendo quindi di far valere solo una posizione accessoria e subordinata) ma la misura cautelare si deve all’azione processuale delle due sole persone fisiche che come tali hanno impugnato la sentenza del Tar di Catania: un atto di generosità e di grande valore civico offerto ad una comunità che si sente aggredita da quello che si presenta come un colpo di mano del Comune di Modica, viziato peraltro da anomalie e non pochi punti oscuri.

E sono loro ad avere informato la stampa con una nota.  <<Noi che non abbiamo mollato – affermano – eravamo rappresentati dagli avvocati Giuseppe Incatasciato e Giovanni Di Pasquale che hanno discusso sulla domanda cautelare. Vi era poi l’altro ricorso proposto dal Consorzio stradale Zimmardo Bellamagna e da altri ricorrenti
rappresentati dall”avvocato Stornello con intervenuti il Comune di Pozzallo e l’associazione “Rifiuti Zero”.
<<Dall’altra parte – prosegue la nota –  il Biometano Ibleo Società Agricola e il Comune di Modica, erano rappresentati rispettivamente dagli avvocati Nicolò D’Alessando e Antonio Barone.
<<E’ stato estenuante, ancora una volta, aspettare l’esito dell’udienza cautelare e ciò, non per altro, ma perchè
eravano consapevoli che in buona sostanza si stava decidendo del luogo dove io e mia moglie, oltre che tutti gli
altri residenti, avremmo vissuto negli anni a venire.
<<Sarebbe rimasta la campagna che conoscevamo con i carrubbi, gli ulivi e i muri a secco a cornice di un quadro
da cui si vede il mare o sarebbe diventata qualcosa di diverso?
<<Ebbene un piccolo passo nella giusta direzione è stato fatto: il Consiglio di giustizia amministrativa,
riconoscendo l’importanza della questione e l’urgenza di decidere ha accolto la domanda cautelare come scritto
“ai fini della sollecita fissazione dell’udienza pubblica”.
<<E con ciò il collegio ha ritenuto di fissare l’udienza di merito a strettissimo giro alla data del 13 Ottobre 2022
Continua allora – concludono – la nostra battaglia per salvare non solo la ‘Nostra’, ma anche la ‘Vostra’ campagna di contrada Zimmardo Bellamagna>>.
Rimane una domanda. Se due semplici cittadini hanno potuto far questo, fermando almeno temporaneamente quel provvedimento così minaccioso per tutti, perchè tanti altri stanno a guardare? E perchè tanti, prima intervenuti addirittura con il ricorso, ad un ‘certo’ momento hanno trovato conveniente ritirarsi e conveniente pagare anche le spese di tale ‘ritiro’?