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Ragusa, se è il presidente del tribunale a falsare la realtà, quale giustizia nel ‘suo’ palazzo? Attacco all’informazione

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Non avevamo dubbi su quanto già riferito e non torniamo sull’argomento per confermarlo in quanto già allora era di palese ed incontestabile evidenza. Lo facciamo, brevemente, solo per dar conto dei fatti, dopo che questi sono avvenuti.

Alcuni giorni fa abbiamo posto all’attenzione pubblica (in fondo link articolo) un caso allarmante. Il presidente facente funzioni del tribunale di Ragusa, Vincenzo Panebianco, che guida la sezione penale, aveva rigettato l’istanza di una testata giornalistica di documentazione audiovideo delle udienze di un pubblico dibattimento, con la motivazione che ad impedirla siano <<le perduranti esigenze sanitarie derivanti dalla pandemia da Covid 19>>.

L’udienza in questione si è tenuta ieri regolarmente. Nessuna esigenza sanitaria ha impedito o limitato l’accesso di alcuno, e neanche del pubblico che ha potuto assistere regolarmente, come è ovvio che sia. Anche all’ingresso del palazzo di giustizia – come già in precedenza – non v’era alcuna limitazione, sicchè risulta in totale contrasto con la realtà delle cose e con la verità lampante, la motivazione addotta dal presidente del tribunale. Un provvedimento gravissimo, lesivo di un principio costituzionale fondamentale.

Il processo in questione è quello in cui imputato, di diffamazione a mezzo stampa, è il sottoscritto, querelato a gennaio 2019, nella qualità di direttore dell’emittente televisiva La Prima Tv, da Pio Luigi Ciotti presidente di Libera. Il reato contestato sarebbe stato commesso nei confronti di Ciotti attraverso un’intervista, trasmessa a novembre 2018, a Vincenzo Guidotto, tra i fondatori di Libera e consulente della commissione parlamentare antimafia, sui silenzi dell’associazione in merito all’inchiesta Montante, arrestato il 13 maggio dello stesso anno e del quale ad agosto erano divenuti pubblici i ‘diari segreti’.

L’intervista, realizzata dal giornalista Marco Milioni su mio incarico quale direttore, conteneva diverse citazioni della puntata di Report condotta da Ranucci, trasmessa da Rai 3 qualche giorno prima, il 12 novembre 2018, e contenente l’inchiesta di Paolo Mondani ‘L’apostolo dell’Antimafia’ con ampi riferimenti al tema dei rapporti tra Ciotti e Montante e all’atteggiamento dell’associazione rispetto all’operato dell’ex presidente di Confindustria Sicilia colpito dall’inchiesta ‘Double face’.

Nell’udienza di ieri era previsto l’esame dibattimentale dei testi Sigfrido Ranucci, conduttore della trasmissione di Rai 3 ‘Report’ e di Paolo Mondani, inviato e co-autore.

Ieri solo quest’ultimo si è presentato in aula, rispondendo a tutte le domande e dando così il suo contributo all’accertamento dei fatti.

Un’udienza pubblica alla quale chiunque ha potuto assistere, ma agli organi d’informazione è stata negata ogni possibilità di documentazione audiovisiva.

Al Tribunale di Ragusa la giustizia è affare privato. Negate le riprese audio-video di un’udienza pubblica: il processo intentato da Libera e da Ciotti, con testi Sigfrido Ranucci e Paolo Mondani di “Report”, accompagnati dai carabinieri. Decisione assurda e immotivata, attacco all’informazione.