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Ranucci e Mondani di Report saranno accompagnati dai Carabinieri al Tribunale di Ragusa per testimoniare nel processo voluto da Libera contro il giornalista Di Natale

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Il Tribunale di Ragusa ha disposto l’accompagnamento coatto di Sigfrido Ranucci e Paolo Mondani, conduttore e inviato di Report, testimoni in un processo che vede imputato per diffamazione il giornalista Angelo Di Natale querelato, nella qualità di direttore dell’emittente televisiva La Prima Tv, da Pio Luigi Ciotti presidente di Libera.

L’udienza è fissata il prossimo 8 giugno a Ragusa, ma l’ordinanza del Tribunale fa seguito a quella del 2 febbraio quando il conduttore e l’autore di Report non si presentarono senza giustificare l’assenza, dopo una precedente citazione, rimasta anch’essa senza esito, nell’udienza del 24 novembre 2021 in cui ebbe luogo regolarmente l’esame dibattimentale di un altro dei testi citati da Di Natale, il giornalista e scrittore Attilio Bolzoni.

Il processo verte sulla presunta diffamazione a mezzo stampa che La Prima Tv avrebbe operato nei confronti di Ciotti nel corso di un’intervista, trasmessa a novembre 2018, a Vincenzo Guidotto, tra i fondatori di Libera e consulente della Commissione parlamentare Antimafia, sui silenzi dell’associazione in merito all’inchiesta Montante, arrestato il 13 maggio dello stesso anno e del quale ad agosto erano divenuti pubblici i ‘diari segreti’.

L’intervista, realizzata dal giornalista Marco Milioni su incarico del direttore Di Natale, conteneva diverse citazioni della puntata di Report condotta da Ranucci, trasmessa da Rai 3 qualche giorno prima e contenente l’inchiesta di Paolo Mondani ‘L’apostolo dell’Antimafia’ con ampi riferimenti al tema dei rapporti tra Ciotti e Montante e all’atteggiamento dell’associazione rispetto all’operato dell’ex presidente di Confindustria Sicilia colpito dall’inchiesta ‘Double face’.

Di Natale ha sempre sostenuto la piena legittimità, come mero esercizio del diritto di cronaca e della libertà di critica, delle affermazioni di Guidotto e di ogni altro servizio sulla vicenda trasmesso dalla testata televisiva, sia nei Tg che nei programmi d’approfondimento. La sua difesa, patrocinata dall’avvocato Giovanni Cassarino del foro di Ragusa, ha citato Ranucci e Mondani per far luce su molti elementi oggetto del giudizio tra i quali il perché della mancata intervista di Report in quell’inchiesta tv al presidente di Libera e il suo silenzio sul caso-Montante.

I due giornalisti in questi giorni sono al centro dell’attenzione per il provvedimento, grave e discutibile, della Procura di Caltanissetta (infatti prontamente ritirato) che ha ordinato una perquisizione nell’abitazione di Mondani e nella redazione di Report dopo la trasmissione, lunedì scorso 23 maggio, dell’inchiesta ‘La bestia nera’ sulle stragi di mafia del ’92 e sulla presenza di Stefano Delle Chiaie a Capaci un mese prima.

Contro il provvedimento della Procura nissena si è levato un coro di proteste per l’indebita lesione di un diritto, quello all’informazione, costituzionalmente protetto e garantito in forme molto estese anche dalla giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell’uomo.

Di tutt’altro segno quello del Tribunale di Ragusa che, al contrario, in questo caso almeno, disponendo l’accompagnamento coattivo dei due testi, mira a non far mancare un contributo importante alla verità e quindi al valore dell’informazione la quale, in quanto presidio di democrazia, è la vera protagonista di questo processo.